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Mary Ainsworth: concetto di sensibilità materna

Il concetto di sensibilità materna è stato introdotto e sviluppato da Mary Ainsworth. Secondo la psicologa canadese, le madri rispondono in modo diverso ai propri bambini a seconda del grado di sensibilità che nutrono nei confronti dei loro bisogni.

Da questo punto di vista, possiamo distinguere quattro tipi o stili di sensibilità materna: sensibile, non disponibile, ipervigilante e ambigua. Ognuna di queste risposte e modalità di relazione genera a sua volta un diverso stile di attaccamento da parte del bambino nei confronti della madre.

– Madre sensibile, la principale forma di sensibilità materna

La Ainsworth definisce la sensibilità materna come la capacità della madre di interpretare e comprendere tre aspetti della vita del bambino.

Il primo è costituito dalla comunicazione non verbale, un canale che durante i primi anni è molto importante. Il secondo include gli stati emotivi del bambino. E il terzo è costituito dal rispetto dei tempi del dialogo e del silenzio che il figlio esige.

Quando la sensibilità materna opera nel modo più consono, la madre è sensibile. In questo caso la donna è in grado di cogliere la maggior parte delle emozioni del figlio e le interpreta in modo appropriato. Allo stesso modo, è in grado di regolare il flusso delle interazioni, ovvero l’alternanza tra dialogo e silenzio.

– Madre non disponibile

Un altro stile di sensibilità materna è la “madre non disponibile”. La madre in questo caso si mostra più riluttante a soddisfare i bisogni del figlio. Di solito si manifesta come una minimizzazione degli affetti negativi del bambino.

È il tipo di madre che dice che suo figlio piange solo per capriccio, prova rancore e risentimento e si innervosisce facilmente. Rimprovera molto spesso il bambino e minaccia di usare la forza fisica per ottenere obbedienza.

Cerca in tutti i modi di mantenere il controllo e crede che debba essere il bambino a doversi adattare a lei, sebbene sia il nuovo arrivato. In genere si mostra inflessibile e ricorre all’umiliazione per farsi ascoltare e ubbidire.

Nonostante ciò, fa di tutto per trasmettere agli altri un’immagine di madre modello. Una volta cresciuti, i figli presenteranno tratti antisociali, saranno inclini al narcisismo e alle dipendenze.

– Madre ipervigilante

Le madri ipervigilanti rispondono in modo inadeguato alle emozioni negative del bambino. Si lasciano prendere facilmente dall’angoscia o dall’ansia del bambino, irritandosi e innervosendosi.

La donna reagisce secondo il proprio stato d’animo. Se è di cattivo umore, critica il piccolo perché piange o si arrabbia. Il dialogo che instaura con il figlio è minimo, così come il contatto fisico.

Questo tipo di sensibilità materna provoca rigidità e mania del controllo. La maternità risulta angosciante per la donna che compensa il disagio provato con un’eccessiva preoccupazione nei confronti del bambino, esercitando così una iperprotezione asfissiante.

Un simile legame genera bambini ansiosi, che saranno di cattivo umore senza motivo apparente, si sentiranno inferiori e saranno molto sensibili alle critiche altrui.

– Madre ambigua

Tra gli stili di sensibilità materna, la madre ambigue appare come una figura minacciosa e protettiva allo tempo stesso. Si tratta di una donna che ha provato e prova molto dolore.

La sua ambiguità nei confronti del bambino non è moderata, ma estrema e va dalle carezze ai comportamenti violenti. Questa madre ama e maltratta al tempo stesso.

Non mostra una condotta coerente, poiché i gesti di affetto e minaccia avvengono in modo casuale. Può proteggere per lunghi periodi, salvo poi diventare instabile e minacciosa.

In genere, si tratta di una persona che non ha sanato le sue ferite infantili e che per questo motivo instaurano un legame di dipendenza tossica con i figli. Genera confusione e instabilità spesso impartendo un’educazione che favorisce condotte rischiose.

Tratto da: Manuale di Psicologia dello sviluppo, di Astolfi e Barani