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Approfondimenti di Psicologia

GROUPTHINK

Il GROUPTHINK (pensiero di gruppo) è la tendenza a desiderare l’armonia di gruppo ed evitare il dibattito critico durante i processi decisionali all’interno di un gruppo. Il pensiero di gruppo è stato collegato a una serie di risultati negativi dei gruppi come ad esempio a un precoce senso di efficienza collettiva nel processo o all’eliminazione delle critiche produttive, entrambe dinamiche che portano a un eccesso di sicurezza e a troppo poco tempo impiegato nel processo decisionale. Il groupthink è stato descritto per la prima volta nel 1972 da IRVING JANIS, professore di psicologia alla YALE University, che identificava otto “sintomi” che possono aiutare a diagnosticare se un gruppo abbia un problema di questo genere. Gli otto sintomi possono essere sintetizzati in tre grandi gruppi:

  1. Tipo 1: ECCESSO DI SICUREZZA NEL GRUPPO
    1. Illusione di invulnerabilità;
    2. Fede indiscussa nella moralità del gruppo e nelle sue decisioni;
  2. CHIUSURA MENTALE
    1. Razionalizzazione o sottovalutazione di segnali che potrebbero contrastare i presupposti del gruppo;
    2. Stereotipizzazione negativa dei gruppi esterni;
  3. TENDENZA ALL’UNIFORMITA’
    1. Autocensura delle idee che deviano dall’apparente consenso del gruppo;
    2. Illusione di unanimità all’interno del gruppo;
    3. Pressione diretta sui membri che mettono il gruppo in discussione;
    4. Mindguards (o guardie della mente, persone che si sono autoproclamate membri) che proteggono il gruppo (e specialmente il leader) da informazioni discordanti;

La coesione di gruppo, considerata positiva se moderata, è una delle più importanti premesse al pensiero di gruppo, insieme a difetti strutturali, assenza di una leadership imparziale, presenza di membri del gruppo troppo simili tra loro (che implica insufficiente diversità di opinione), come anche un contesto situazionale di minacce esterne e l’insorgere di dilemmi morali.

Tratto da: Psicologia del lavoro e delle organizzazioni – di Donald M. Truxillo, Talya N. Bauer, Berrin Erdogan